
La tradizione orientale indica che il massaggio thailandese risalga a più di 2500 anni fa. Si ritiene che il leggendario fondatore di questa tecnica sia stato un medico proveniente dall’India settentrionale, chiamato Javaka Kumar Bhaccha.
Il lavoro di Jivaka si indirizzava a tecniche manipolative, ma anche ad una una corretta dieta alimentare, allo studio delle erbe e delle loro proprietà ma anche a pratiche mistiche.
Si narra che il principe Abhaya, figlio del re Bimbisara, stava passando per la città quando vide uno stormo di corvi gracchiare e volare attorno ad un piccolo fagotto. Incuriosito dal suono, fece fermare la carrozza e trovò un neonato morente tra la spazzatura, sul ciglio della strada. Investigando venne a sapere che una cortigiana aveva abbandonato il figlio illegittimo. Il principe Abhaya mosso da compassione per il neonato che ancora si aggrappava alla vita decise di adottare il bambino. Il bambino fu chiamato Jivaka Komara Bhacca – Jivaka, che significa ‘vita‘, a causa della sua volontà di vivere, e Komara Bhacca, il che significava ‘adottato da un principe‘.
Jivaka conduceva una vita privilegiata all’interno del palazzo. I suoi amici, tuttavia, spesso lo prendeva in giro perché non aveva la madre. Jivaka, imbarazzato, interrogo’ il padre per conoscere le sue origini. Quando comprese quali fossero le sue origini e quanta fosse stata la sua voglia di vivere decise che la sua vita sarebbe dovuta essere dedicata a salvare la vita delle altre persone. Determinato a guadagnarsi il rispetto che sentiva mancargli per le sue umili origini, Jivaka decise di frequentare l’Università di Taxila per diventare un medico.
Jivaka avvicinò Disapamok, un famoso studioso. Nelle sue vite precedenti Jivaka aveva sempre aspirato di divenire medico di Budda. Con questa consapevolezza, Sakka, re dei Cieli, entro’ nel corpo di Disapamok e e attraverso di lui lasciò in eredità al giovane Jivaka la conoscenza dell’arte della medicina.
Jivaka imparò rapidamente cure e medicine sconosciute a Disapamok e completò in soli sette anni la sua formazione.
Comprendendo che l’educazione di Jivaka era completa, Disapamok gli chiese di partire e riportare piante, erbe o radici che potessero essere utilizzate per la conservare la vita. Dopo aver viaggiato in lungo e in largo Jivaka tornò dal suo maestro: nessuna pianta, erba, o radice poteva allungare la vita. Invece della tutti i tesori della natura garantivano la conservazione della vita. La formazione di Jivaka era ormai completa. Jivaka aveva superato il suo maestro. e così la sua reputazione crebbe rapidamente. Diventò il medico di re, nobili e del Buddha.
Si narra che operò e rimosse due tumori dal cervello di un ricco mercante, buon amico del re Bimbisara. Curò con successo anche un blocco intestinale di un nobile. Una volta, quando il Buddha soffriva di problemi allo stomaco, Jivaka gli preparò un medicamento applicandolo su un fiore di loto blu. Jivaka poi chiese al Buddha di inalare l’essenza che emanava dal fiore. Buddha guarì.
Jivaka un giorno rischiò la vita per curare un re molto crudele e viziato chiamato Chanda Pradyotha . Uno dei sudditi del re Pradyotha gli aveva offerto uno scialle che era stato lasciato cadere da un Deva nella foresta . Ammirando il bellissimo scialle , il re pensò che avrebbe dovuto regalarlo a Jivaka per avergli salvato la vita. Jivaka, però, sentì che c’era solo una persona degna di tale scialle . Egli, a sua volta, lo offrì al Buddha . Il Buddha accetto’ lo scialle celeste e, come richiesto dal Jivaka, dispensò un sermone sulla donazione di abiti. Dopo aver ascoltato il discorso, Jivaka raggiunse il primo stadio dell’illuminazione, Sotapanna . Il Buddha ritenne che tenere uno scialle così prezioso nel monastero avrebbe attirato dei ladri, mettendo in pericolo i monaci. Chiese allora che lo scialle fosse tagliato in strisce e ricucito, cosi che i ladri non ne apprezzassero il valore. Questa usanza di indossare abiti rattoppati rimane ancora tra gli Sangha.

Anche i loro abiti nuovi sono fatti con materiali fatti di strisce, cuciti insieme in modo che la gente non si attacchi alle cose materiali.
Jivaka costrui un monastero in un boschetto di mango per poter rimanere vicino al Buddha. Curò i piedi di Buddha, quando questi si tagliò con un frammento di roccia che Devadatta butto’ giù dalla collina a Gijjhakuta. E ‘stato ancora Jivaka ha curare il Buddha nei suoi ultimi giorni, quando fu sopraffatto da dolori di stomaco.
Il Buddha defini il Jivaka Sutta quando Jivaka lo interrogò sulla controversa questione del mangiare carne. Il Buddha spiego’ che il consumo di carne non era di per sé un atto malsano se sono soddisfatte le seguenti condizioni:
- Adittha: la persona non ha visto la macellazione dell’animale.
- Asuta: la persona non ha inteso che l’animale fu ucciso per il suo consumo.
- Aparisamkita: Non ci dovrebbe essere alcun dubbio nella mente della persona che consuma la carne che l’animale sia stato ucciso per il suo consumo.
E ‘stato anche su richiesta di Jivaka che il Buddha stabili che i monaci avrebbero spazzato il composto del monastero, occupandosi anche di altre mansioni per poter tenere in esercizio i loro corpi. Jivaka, vedendo il beneficio dell’esercizio fisico per una vita sana, chiese ai monaci di svolgere questo e altri compiti. Con lungimiranza, amore e compassione il devoto Jivaka si prese cura della salute fisica del Buddha e della sua Sangha (in sanscrito indica la comunità monastica).
In termini di massaggio thailandese, il movimento del buddismo in Thailandia era conosciuto come il sistema sanitario di Jivaka. Egli è noto per aver visitato la Thailandia con un gruppo di monaci buddisti. E’ interessante notare che la parola thailandese per il massaggio è Nuad Boran che letteralmente significa’ antico massaggio ‘. Se o non la Thailandia abbia avuto una forma indigena di massaggio, prima del sistema introdotto da Jivaka e dai monaci buddisti non è noto. Il sistema sanitario di Jivaka è basato su tradizioni ayurvediche e sullo yoga indiano. L’influenza indiana del massaggio Thai è ancora oggi evidente dal gran numero di posture yoga utilizzate, molte parole in sanscrito e pali, il suo fondamento spirituale e la venerazione dei massaggiatori thailandesi per Jivaka. In realtà una preghiera che invoca le benedizioni di Jivaka è ancora spesso recitata prima di dare un massaggio tailandese.
La teoria del Massaggio tailandese è stata tramandata oralmente da maestro ad allievo fino a quando non è stato scritto su foglie di palma in lingua Pali utilizzando lo script Khmer. Questi testi sono stati venerati e gli si é data la stessa importanza di scritti religiosi buddisti. Purtroppo i birmani distrussero la maggior parte di questi testi nel 1776, quando Ayutthya fu dichiarata prima capitale della Thailandia.